Ti cerco
So tutto o quasi di quel che non
rimane nella vita. Ma di questo
traboccare dell’assenza so niente.
O quasi. Mi scopro fragile d’amore
e mi appoggio ai miei giorni,
delusa e stremata.
Ma, se il tuo volto mi soprassalta,
come ricordo d’acqua nella luce,
io tremo. E, piegata in muta
preghiera, ti cerco.
Legata nel gelo di quest’inverno
crudele, ritorno sui passi felici.
Accendo una luce su ore vissute.
E ti cerco.
Non voglio conoscere pene
più grandi di quelle che provo,
fingendomi ciò che non sono:
una donna che ignora sconfitte.
Io sono un arbusto che s’aggrappa
al vento, lungo un esile tronco,
allunga braccia dietro un sogno
e conta i giorni e le ore di traverso,
colmi d’echi di voci, abitate solo
dal silenzio. Ma ti cerco.
Ti cerco nelle braccia del cielo,
nella notte infinita, oltre gli orizzonti
muti, oltre i confini perduti.
Rivedo i tuoi occhi, il tuo tenero
abbraccio e un respiro di luce
sulle foglie morte e sulle lacrime
del tempo, che trascorre lento
sui nostri velati tramonti.
Assorbe il silenzio, uguale a un grido,
l’acuta speranza della vita.
E io ti cerco…
FRAGOMENI Emilia, Genova