Una sera d’inverno

Una sera d’inverno

 

Ce ne andremo una sera d’inverno

troppo fragili e vecchi per fermare

il vento e la burrasca, portati via

dalle dimore care, da sogni e sofferenze.

Saremo soli e nudi

come quando nascemmo, uguale

sarà lo sgomento che ci portò la vita;

stesse le domande rimaste nel mistero:

Chi siamo? Perché siamo?

Ci sarà quel cielo tanto atteso?

Un pensiero andrà alle amate cose,

ai volti cuciti nel cuore, agli stupori

di albe, tramonti e arcobaleni.

Un’altro sarà per quell’attimo

che si pensa dolce e lungamente atteso

d’arrivare all’isola felice, per sempre

indenne da travagli e patimenti.

 

Ma quanto rimpianto dover lasciare

questa terra di tragedie e meraviglie

tante quanto mai avremmo creduto,

abbandonare gli uomini,

le piccole armonie, i rifugi delle case.

Ce ne andremo una sera d’inverno

per una porta o una piccola finestra

nella testa la fragranza dei giorni lieti,

l’azzurro fisso negli occhi.

Lasceremo tutto nel dubbio

e negli incanti senza aver capito

la ragione di tanta bellezza

unita a tanta sofferenza.

Sarà solo il soffio lieve di un respiro

l’invisibile solco  tra la vita e l’Oltre ignoto.

 

Consoli Carmelo, Firenze